Articolo realizzato in collaborazione con Dr. Massimo Cattani Medico Specialista in Ortopedia e Traumatologia
L’artroscopia al ginocchio è una tecnica chirurgica che permette di lavorare all’interno di un’articolazione in modo poco invasivo per l’articolazione stessa, per questo motivo viene anche definita “mini invasiva”.
È utilizzata in alcune patologie di spalla, anca, ginocchio, caviglia, anche se le applicazioni aumentano costantemente.
Che cos’è l’artroscopia
Tutte le grandi articolazioni del corpo umano sono avvolte da una “capsula articolare”, cioè da una sorta di manicotto che isola completamente l’articolazione e le importanti strutture che sono contenute al suo interno.
La artroscopia è una moderna tecnica chirurgica che permette di eseguire interventi all’interno di un’articolazione (per esempio spalla, anca, ginocchio, caviglia) senza dovere incidere la capsula articolare, se non per pochi millimetri.
La grande diffusione nell’utilizzo di questa tecnica è riconducibile a diverse caratteristiche tra cui:
- minima invasività locale;
- brevità di esecuzione chirurgica e quindi tempi anestesiologici ridotti;
- sanguinamento estremamente ridotto;
- scarsità di complicanze intra e post-operatorie;
- buon risultato funzionale;
- ripresa delle attività quotidiane, della attività lavorativa e di quella sportiva in tempi contenuti rispetto alle precedenti tecniche “a cielo aperto”.
Artroscopia: tecnica a scopo diagnostico e a scopo terapeutico
La tecnica standard dell’artroscopia al ginocchio prevede la creazione di due o di tre piccole incisioni di circa 4/5 mm di lunghezza, definite “portali”, che vengono utilizzate come vie di accesso alla cavità articolare.
Attraverso questi portali si accede al ginocchio:
- inserendo una sonda ottica collegata con un monitor ad alta definizione che permette di osservare le strutture articolari (fase diagnostica);
- utilizzando piccoli strumenti di precisione per operare su queste strutture (fase operativa).
Come avviene la procedura chirurgica
Dopo avere eseguito l’anestesia, che il paziente concorda preventivamente con l’anestesista (locale, spinale o in sedazione profonda), l’intervento inizia con l’esecuzione dei portali di accesso.
Quindi si esegue la parte diagnostica osservando sia quelle strutture lesionate per cui l’intervento si è reso necessario, sia tutte le altre strutture intrarticolari esplorabili.
Successivamente si esegue la parte operativa propriamente detta, eventualmente trattando anche lesioni che non fossero risultate evidenti all’esame clinico e agli accertamenti diagnostici pre-operatori.
Infine si esegue un’accurata emostasi, abbondante lavaggio intrarticolare con acqua fisiologica e si suturano, con un punto ciascuno, i due o i tre fori di accesso.
Patologie trattate con l’artroscopia al ginocchio
A livello del ginocchio, mediante questa tecnica mini invasiva, si trattano abitualmente:
- lesioni meniscali (asportazione di frammenti di menisco, suture meniscali, reinserzione delle radici meniscali, trapianto meniscale);
- lesioni dei legamenti crociati (ricostruzione del legamento crociato anteriore o posteriore);
- alcune lesioni cartilaginee e lesioni osteo-condrali (cioè della cartilagine e dell’osso sottostante);
- asportazione di corpi mobili intrarticolari;
- lesioni complesse post-traumatiche.
Sicuramente la patologia più frequentemente trattata è quella meniscale.
In questo ambito infatti è possibile risolvere problematiche, talvolta complesse, con un intervento che risulta poco invasivo, di breve durata (15’/30’), che non richiede anestesie prolungate e che permette la dimissione nella stessa giornata.
Inoltre il periodo post-operatorio risulta relativamente breve e poco invalidante. Questo è possibile sia per la scarsità di dolore correlato all’intervento (peraltro ben controllabile con comuni analgesici e con crioterapia), sia per la possibilità di iniziare dal giorno successivo il carico parziale e la terapia riabilitativa.
Quali sono i pazienti che possono essere sottoposti a questa tecnica
Data la scarsa invasività e la breve durata dell’intervento la tecnica è utilizzabile nei confronti di persone di età molto variabile.
Più frequentemente si tratta di:
- pazienti giovani e in età lavorativa, che hanno subito traumatismi o che, per diversi motivi, presentino precocemente lesioni di tipo degenerativo;
- pazienti con lesioni degenerative, quindi generalmente di età più avanzata.
La patologia più frequentemente trattata è quella meniscale, sia per rotture meniscali post-traumatiche che per lesioni meniscali degenerative, queste ultime spesso associate a lesioni della cartilagine articolare.
Recupero post-operatorio
Il tempo di recupero post-operatorio per l’artroscopia al ginocchio varia a seconda delle procedure svolte e delle possibili lesioni associate.
In seguito al trattamento di lesioni meniscali, che non siano complicate da lesioni cartilaginee, si consiglia di deambulare utilizzando bastoni per 5/7 giorni e di iniziare già dal giorno successivo l’intervento, il trattamento riabilitativo, che è di fondamentale importanza per un buon recupero funzionale.Quest’ultimo consiste in esercizi di mobilizzazione sia attiva che passiva da eseguire con un kinesiterapista, per una durata che varia dai 20 ai 30 giorni. Dopo la rimozione dei punti di sutura è inoltre possibile eseguire esercizi assistiti in acqua.
Dopo 7/10 giorni dall’intervento il paziente è in grado di svolgere autonomamente tutte le comuni attività quotidiane per la cura della propria persona.
I pazienti che svolgono attività lavorativa prevalentemente da seduti possono riprendere il lavoro dopo circa 15/25 giorni. I pazienti che svolgono attività lavorativa impegnativa dal punto di vista dell’impegno fisico devono considerare un tempo di astensione dal lavoro più lungo, comunque generalmente entro i 40/45 giorni dall’intervento.
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