CONOSCERE E PREVENIRE LE MALATTIE DEL FEGATO

Tra gli organi più complessi del corpo umano, è responsabile di un’innumerevole serie di funzioni, tutte fondamentali per il nostro organismo.
 La complessità del suo funzionamento fa si che molto spesso le persone ne ignorino le caratteristiche e quindi anche l’importanza. Ecco un piccolo vademecum per prevenire e curare le sue malattie con la dottoressa Lucia Feldmann, responsabile del laboratorio di analisi al Valparma hospital

 

 

Per comprendere al meglio la complessità di questo organo meraviglioso basti pensare che attraverso la dialisi possiamo sostituire la funzione dei reni. Attraverso l’ossigenazione del sangue possiamo far fronte ad una insufficienza respiratoria anche grave. II cuore può smettere di battere ma le macchine cuore polmone sono comunque in grado di sostituire almeno per un po’ di tempo la sua azione.

 

Le funzioni del fegato

 

  • Produce la bile che serve per emulsionare i grassi e rendere quindi possibile il loro assorbimento da parte dell’intestino.

 

  • È responsabile della gluconeogenesi, ovvero la formazione del glucosio indispensabile per nutrire le cellule del corpo umano.

 

  • È responsabile della sintesi del colesterolo, sostanza che spesso viene comunemente definita cattiva ma che in realtà, nelle quantità prodotte da un fegato sano, è essenziale per la vita delle cellule
  • È responsabile della sintesi dei trigliceridi, fondamentale fonte di energia per la vita cellulare.
  • Produce fattori di coagulazione come il fibrinogeno e la trombina.
  • Distrugge le sostanze che non servono più una volta che queste hanno esaurito la loro funzione: tra queste citiamo l’emoglobina e l’ammoniaca ed inoltre demolisce e cattura le sostanze tossiche per il nostro corpo .

 

Gli esami di laboratorio per valutare lo stato di salute del fegato comprendono esami del sangue che misurano i livelli di alcune sostanze indicative della funzionalità del fegato.

 

Valori

fegato

Significato clinico
ALT/GPTL’alanina transaminasi  è un enzima presente nei mitocondri delle cellule epatiche (epatociti), coinvolto nella sintesi proteica. I valori ematici di ALT crescono in maniera sensibile durante un danno d’organo acuto, come nel corso di un’epatite virale acuta o un’epatite cronica.
AST/GOTL’aspartato transaminasi è un altro enzima contenuto nelle cellule del fegato: si tratta di un indice aspecifico di funzionalità epatica i cui valori possono essere messi in rapporto con quelli di ALT per risalire alla natura – epatica od extra-epatica – dell’aumento di queste transaminasi.
ALPLa fosfatasi alcalina è un enzima contenuto nelle cellule che rivestono lo strato più interno dei dotti biliari intraepatici. Un aumento dei valori di ALP nel sangue può essere conseguente ad ostruzioni biliari di varia natura (calcolosi biliare) ,malattie infiltrative del fegato o in presenza di malattie ossee.
BILIRUBINA TOTALE

 

BILIRUBINA DIRETTA

 

La bilirubina è un prodotto di degradazione dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi. Un aumento della bilirubina totale può riflettere un problema di funzionalità epatica (cirrosi, epatiti virali ecc.) o un aumentato catabolismo dei globuli rossi (anemia emolitica). Un aumento,invece, della bilirubina diretta può riflettere un problema di ostruzione biliare intra od extraepatico. L’eccesso di bilirubina nel sangue conferisce alla cute ed alle sclere oculari un colorito giallognolo (ittero).
GGTLa gamma glutamil transpeptidasi è un enzima coinvolto nei meccanismi di disintossicazione epatica. I suoi livelli aumentano sensibilmente nell’intossicazione da alcol etilico (acuta o cronica).
TEMPO DI PRO- TROMBINA (PT)Questo esame del sangue misura il tempo di coagulazione del plasma; dal momento che il fegato è l’organo chiave nella sintesi delle proteine della coagulazione, un aumento di questo intervallo può indicare un danno epatico.
LATTATO DEIDRO-GENASILa lattato deidrogenasi è un enzima presente in moltissimi tessuti dell’organismo, fegato incluso. Si tratta quindi di un indice altamente aspecifico di funzionalità epatica, ed un suo aumento può anche, ma non necessariamente, indicare un danno a livello del fegato .

 

In aggiunta agli esami del sangue di routine, si possono effettuare esami specifici per valutare lo stato di salute del fegato, per esempio esami sierologici virali che, se positivi, possono essere indicativi di una specifica infezione virale, ad esempio l’ epatite B e C.

Epatite B

L’epatite B è una malattia del fegato causata dal HBV. Il virus viene trasmesso attraverso fluidi corporei quali sangueliquido seminale e secrezioni vaginali. Quindi le cause più frequenti di contagio da parte del virus HBV sono:

  • rapporti sessuali non protetti;
  • condivisione di rasoi e spazzolini da denti;
  • condivisione di siringhe che dovrebbero essere monouso.

L’epatite B può inoltre essere trasmessa dalla madre al nascituro durante il parto.

La diagnosi di epatite B viene effettuata mediante un esame del sangue che valuta la presenza dell’antigene di superficie dell’epatite B (HBsAg) e degli anticorpi per l’antigene core dell’epatite B (HBcAb). Quest’ultimi si sviluppano nel sangue nelle prime fasi di infezione, mentre gli anticorpi contro l’antigene di superficie dell’epatite B (HBsAb) si sviluppano dopo un’infezione attiva e rappresentano un indicatore dello stato di immunità.

  • HBsAb +: indicano che il soggetto è stato vaccinato, ha ricevuto immunoglobuline, è immune o è un bambino che ha ricevuto gli anticorpi dalla madre.
  • HBcAb +: indicano una passata o presente infezione e l’immunità dura per sempre.
  • HBeAg +: indicano una replicazione virale attiva e alta infettività.
  • HBsAg +: indicano un’epatite B acuta o cronica. La persistenza oltre i 6 mesi dopo l’infezione acuta indica una progressione a epatite B cronica.

Epatite C

L’epatite C è una malattia del fegato causata dal virus HCV. La via di trasmissione è quella del contatto diretto con il sangue di qualcuno già infettato dal virus.

La causa più comune di trasmissione è l’utilizzo promiscuo di aghi e siringhe infette che sarebbero monouso.

Il sangue per le trasfusioni, potenziale veicolo di contagio, è oggi analizzato per rintracciare la possibile presenza del virus HCV. Pertanto il rischio di contrarre l’infezione tramite trasfusioni è da considerarsi accidentale e altamente improbabile.

La diagnosi di epatite C avviene effettuando:

  • La ricerca degli anticorpi specifici contro l’HCV (anti-HCV). In circa 3 pazienti su 10 gli anticorpi anti-HCV possono non essere presenti nel sangue nelle prime 4 settimane dell’infezione, mentre in alcuni soggetti possono non essere rilevabili anche per 1 anno.
  • L’ individuazione di particelle virali HCV-RNA mediante un test molecolare (Polymerase Chain Reaction, PCR) che permette di individuare l’infezione da HCV anche quando non viene rilevata la presenza di anticorpi anti-HCV. Se il test risulta positivo, significa che sussiste una replicazione virale in corso e, quindi, un’infezione.

Se non trattate, l’epatite B e C possono diventare infezioni croniche che causano fibrosi epatica (o cirrosi) e epatocarcinoma. Molta persone infette non presentano sintomi finché non si verifica danno epatico, talvolta molti anni più tardi.