Una delle domande più frequenti che ci viene posta fin da bambini è: “Ti sei lavato le mani”?
Se per molti sembra una cosa scontata e di poca importanza, in realtà non lo è, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ritenuto utile dedicare a questa semplice pratica la Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani il 5 maggio.
Con la pandemia di Covid-19, questo tema è tornato più che mai in primo piano, per questo abbiamo deciso di realizzare un approfondimento, in collaborazione con il Dottor Gianfranco Cervellin, autore del libro L’Umana Medicina che ha l’obiettivo di far scoprire alle persone aneddoti e curiosità sul mondo della medicina.
Chi è Semmelweis, il padre dell’igiene
Il claim “wash your hands, save your life”, che significa lavati le mani e ti salvi la vita, ha fatto il giro del mondo, ma non molti conoscono colui che ha fatto di questa pratica quotidiana un’autentica rivoluzione.
Come racconta il Dottor Cervellin in uno dei suoi articoli, bisogna tornare agli inizi del 1800 quando l’Europa era convalescente da una forte ondata di violenza che era stata innescata dalla Rivoluzione Francese. Nel 1818 nacque a Budapest Ignac Fülop Semmelweis, uno dei medici più importanti della storia.
Durante il suo lavoro nell’ospedale di Vienna, che era uno dei più moderni in Europa, Semmelweis si accorse che la mortalità per sepsi puerperale, un’infezione molto grave e generalizzata che creava complicazioni al parto, era più alta rispetto ad altri ospedali europei.
Il medico identificò un aspetto cruciale: i medici dell’ospedale la mattina presto eseguivano le autopsie e poi si recavano nel reparto di ostetricia a visitare le donne prima del parto. All’epoca non esistevano i guanti e le mani non venivano lavate, ma Semmelweis impose a tutti i medici di lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calcio tra una una visita e l’altra e chiese all’amministrazione di cambiare più frequentemente le lenzuola. Così, in pochi mesi, il tasso di mortalità crollò a meno del 1%.
Nonostante questa scoperta straordinaria e i risultati conseguiti Semmelweis fu licenziato perché accusato di aver creato danni economici all’ospedale e morì nel 1865 in un manicomio. Proprio l’anno prima Pasteur avevano dimostrato l’importanza della contaminazione batterica, 20 anni dopo la scoperta originaria del medico ungherese.
Come lavarsi bene le mani
Il corretto lavaggio delle mani richiede l’utilizzo di acqua e sapone per un periodo di almeno 60 secondi, un po’ meno se si utilizzano soluzioni igienizzanti a base alcolica, ma è importante non abusarne per non danneggiare la pelle delle mani e non aumentare il rischio di resistenza agli antibatterici.
Il Ministero della Salute ha realizzato un vademecum che racchiude tutti i passaggi da seguire per effettuare un corretto lavaggio e li riportiamo di seguito:
- bagnarsi le mani con l’acqua;
- applicare una quantità di sapone sufficiente per coprire le mani;
- frizionare le mani palmo contro palmo;
- frizionare il palmo destro sopra il sinistro e viceversa, intrecciando le mani;
- di nuovo palmo a palmo, intrecciando le dita;
- dorso delle dita contro il palmo opposto tenendo le dita strette tra di loro;
- frizionare i pollici uno dopo l’altro;
- pulire la punta delle dita sul palmo della mano opposta;
- sciacquare abbondantemente le mani e se possibile chiudere il rubinetto senza usare le mani lavate.
Conoscere i gesti per pulire le mani e concedersi il tempo necessario per farlo, è la procedura medica che ha rivoluzionato a tutti gli effetti la storia della medicina. L’Importanza di una corretta igiene, come è stato dimostrato da molti studi e ricerche, riduce l’impatto di molte malattie come l’influenza, le infezioni batteriche, la diarrea e altre manifestazioni che possono essere frenate grazie ad un’attenta igiene.
La lettura del libro L’Umana Medicina, scritto dal Dottor Gianfranco Cervellin e pubblicato grazie al sostegno del Valparma Hospital, risulta molto preziosa perché permette di scoprire molto sulla storia della medicina, ma anche sulle tematiche attuali che coinvolgono ogni persona nella sua quotidianità.