E’ un disturbo circolatorio caratterizzato da un ritorno difficoltoso di sangue dalle estremità inferiori al cuore e ai polmoni e colpisce il 50% della popolazione femminile e il 30% di quella maschile. Una patologia diffusa soprattutto nei Paesi Occidentali e industrializzati. Ecco le dritte del dottor Francesco Zini, specializzato in Angiologia e Chirurgia vascolare.
La malattia venosa cronica, comunemente chiamata insufficienza venosa, è un disturbo della circolazione che è causato da una perdita di elasticità dei vasi e dal cattivo funzionamento delle valvole posizionate al loro interno, indispensabili per contrastare la forza di gravità che si oppone alla risalita del flusso sanguigno dal basso.
Con il passare degli anni chiunque può andare incontro a insufficienza venosa, tuttavia alcune persone sono più vulnerabili. Sono, infatti, ampiamente riconosciuti alcuni fattori di rischio, genetici e non, che predispongono alla malattia. È importante sapere che alcuni dei fattori di rischio sono modificabili poiché legati allo stile di vita. Intervenendo sulle abitudini è possibile prevenire l’insufficienza venosa, alleviarne i sintomi e rallentarne l’evoluzione.
I principali fattori di rischio
- Età (> 40-50 anni)
- Sesso femminile
- Familiarità
- Gravidanze
- Prolungata assunzione di ormoni (contraccettivi orali, terapia ormonale sostitutiva)
- Dieta scorretta
- Sovrappeso
- Vita eccessivamente sedentaria
- Mancanza di esercizio fisico
- Professione che richiede prolungati periodi nella stazione eretta
La malattia si manifesta con pesantezza delle gambe, formicolii, prurito, bruciori, dolori e crampi notturni. Anche capillari in evidenza, alterazioni cutanee, vene varicose, ulcerazioni.
Questi segnali possono manifestarsi in qualsiasi periodo dell’anno, ma si accentuano soprattutto durante i mesi estivi.
I sintomi più comuni
- Gonfiore
- Pesantezza delle gambe
- Crampi
- Prurito e dolore, soprattutto di notte
- Formicolio
- Vene varicose
- Flebite
- Exema
- Pigmentazioni
- Ipodermite
- Ulcerazioni
La gravità dei sintomi varia da soggetto a soggetto in base alla severità dell’insufficienza venosa: caviglie gonfie, crampi ai polpacci, edema dell’arto coinvolto, flebite, formicolii alle gambe, iperpigmentazione della pelle (es. porpora), ispessimento della pelle, pesantezza alle gambe, prurito, ulcere cutanee, vene varicose. Tra le complicanze più frequenti associate all’insufficienza venosa ci sono le distrofie o ulcerazioni cutanee, ischemia, rischio di cellulite batterica, varicoflebite.
Individuare l’insufficienza venosa può essere semplice ed è il primo passo per affrontarla. Alla diagnosi si arriva dopo un’attenta valutazione della storia del paziente e un’ispezione molto accurata, basata sull’osservazione e la palpazione. Solo successivamente, per una diagnosi più approfondita, il paziente deve essere indirizzato a un angiologo o flebologo e sottoposto a una valutazione clinica completa e a esami diagnostici più approfonditi.
Una diagnosi accurata e precoce è fondamentale per impostare correttamente la terapia e per intervenire rapidamente.
Le tecniche diagnostiche oggi disponibili sono semplici e sicure
- Eco-Doppler. È un esame semplice e indolore che permette sia di determinare la velocità e la direzione del flusso venoso sia di visualizzare la struttura delle vene delle gambe.
- Angiografia. È una tecnica che utilizza raggi X e che permette di studiare l’anatomia dei vasi. L’angiografia può essere eseguita anche mediante TAC e risonanza magnetica.
A seconda del livello di gravità, il medico stabilisce un piano terapeutico, che può prevedere semplici cambiamenti dello stile di vita e interventi farmacologici, interventi chirurgici più o meno invasivi.
Che sia lieve o grave, la malattia venosa cronica si può contrastare con attività fisica e con una dieta più sana. Nei viaggi aerei più lunghi è consigliato fare periodicamente piccoli movimenti di dorsoflessione e rotazione dei piedi. E’ utile indossare anche calze compressive. Quando questi semplici accorgimenti si rivelano insufficienti è meglio seguire una terapia farmacologica. I farmaci efficaci più prescritti sono i flebotropi, estratti naturali ricchi di bioflavonoidi (presenti in diversi frutti).
Ci sono casi in cui la malattia è abbastanza avanzata e si ritiene opportuno procedere con interventi chirurgici. Quello tradizionale, chiamato anche stripping della safena, consiste nella rimozione della vena, quando è irrecuperabile, attraverso uno «strappo». Altri tipi d’intervento più moderni sono meno invasivi. La laserterapia consiste nell’inserimento di un catetere in vena, attraverso il quale viene fatto passare un raggio laser che rilascia energia per riscaldare la parete della vena responsabile della malattia e «sigillarla». Poi, il sangue si reindirizzerà naturalmente nelle vene sane. La scleroterapia è la procedura «classica» e consiste nell’iniettare un farmaco che determina la chiusura delle vene malate. È recente l’utilizzo di una schiuma sclerosante, alternativa più efficace.
Prevenzione
Cosa fare
Se esiste una famigliarità con questa malattia, la prevenzione diventa particolarmente preziosa. Il punto centrale della prevenzione è l’attività fisica. In generale, è preferibile puntare su sport che non richiedano scatti bruschi:
- fare moto muovendo le gambe per tenere attiva la circolazione, possibilmente con lunghe camminate o con il nuoto.
- controllare il peso e seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, aiutano a contrastare l’insorgenza di questa patologia.
- chi fa un lavoro molto sedentario, dovrebbe muovere spesso le gambe, sollevando i polpacci per favorire la circolazione.
Cosa evitare
Ci sono alcuni comportamenti che sarebbe bene evitare se si ha familiarità:
- -portare spesso scarpe con tacchi alti. Le scarpe basse fanno lavorare di più i muscoli, proteggendo l’integrità delle vene;
- -indossare abiti molto aderenti, intimo stretto o qualsiasi tipo di abbigliamento che ostacoli il flusso del sangue;
- -stare in piedi a lungo o seduti nella stessa posizione. In particolare, evitare le gambe incrociate;
- -fumare;
- -rimanere al sole per lunghi periodi o fare bagni e docce molto calde.