Esami del sangue, misurazione della pressione, analisi di laboratorio: i controlli fatti periodicamente, cosiddetti esami di routine, possono aiutare a prevenire alcune malattie, permettendo una diagnosi precoce. Una sorta di “tagliando” sulla propria persona. “Una premessa indispensabile è quella di comprendere il vero valore di un controllo preventivo in una persona che non lamenta alcun disturbo e in un individuo che lamenta sintomi”, spiega il dottor Tullio Poli, direttore sanitario del Valparma Hospital. “In quest’ultimo caso il controllo non è generico, ma indirizzato verso un percorso diagnostico specifico ed i controlli successivi appaiono mirati; mentre nel caso della mancanza di una qualunque sintomatologia, il check-up “generico” potrebbe essere di scarso aiuto (e magari anche costoso). Occorre quindi che gli esami da eseguire siano il più possibile specifici e che gli eventuali interventi riducano significativamente l’incidenza della malattia, valutando in modo preponderante, sempre e comunque, la persona e la sua anamnesi”.
Una buona prevenzione, tanto invocata e condivisa teoricamente, appare ancora oggi poco praticata; l’importanza di una prevenzione primaria – abolizione del fumo, controllo del peso, dell’alimentazione e un “adeguato” esercizio fisico sono sicuramente obiettivi strategicamente più facili da raggiungere. “E’ comunque ben noto che determinati periodici controlli (Check-up) sono in grado di rilevare precocemente fattori di rischio o vere malattie, come l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete mellito, o i polipi intestinali, le malattie della mammella e del collo dell’utero. In questi ultimi casi una corretta diagnosi preventiva significa spesso salvare la vita”.
Il discorso appare più lungo, complesso e discutibile, nei riguardi di numerosi altri test oggi disponibili per una diagnosi preventiva di altre malattie. “Occorre cercare la maggiore specificità dell’esame, valutando rischi, fastidi per il paziente e costo-beneficio del test proposto, ovviamente considerando il singolo caso: non c’è una regola valida per tutti”.
Fino ai 40 anni
E’ necessario controllare esclusivamente il peso corporeo e la pressione arteriosa, precisando che, dopo i 30 anni, è opportuno anche un controllo delle urine e del sangue, in particolare per quanto riguarda glicemia, colesterolo e globuli rossi. Anche se negativi i test vanno ripetuti ogni 5 anni
Per la donna va programmato un Pap-test, ogni 1-2 anni
Dopo i 40 anni (controlli consigliati):
– Controllo valori pressori, glicemia e colesterolemia (HDL e LDL), per la correlazione con il rischio di malattie cardiache.
– Esame della vista e dell’udito.
– Mammografia riduce la mortalità per tumore della mammella. Da eseguire ogni anno dopo i 50 anni.
– Pap-test, riduce la mortalità per tumore del collo dell’utero; va eseguito regolarmente, soprattutto nell’età fertile
– Colonscopia , intorno ai 50 anni, da ripetere (se negativa) dopo 10-15 anni; in caso di familiarità o di riscontro di polipi l’esame va ripetuto con maggior frequenza
– Ricerca del sangue occulto nelle feci ogni anno: esame utile, anche se poco sensibile, per chi non si sottopone alla colonscopia
Dopo i 60 anni:
si consiglia il frequente controllo della pressione arteriosa (3-4 volte all’anno); ripetere gli esami precedenti, controlli più frequenti del sangue. Ricordare la visita oculistica (prevenzione glaucoma)
Esami utili, in alcuni casi:
– Elettrocardiogramma ed ECG da sforzo è utile soprattutto nei pazienti a rischio:ad esempio i diabetici
– Radiografia del torace necessario a chi fuma
– Spirometria, non appare utile nella prevenzione tumorale, ma evidenzia stati d’asma o bronchite cronica iniziale